Sono undici i comuni del pinerolese coinvolti in un progetto di sviluppo in Burkina Faso

gorom goromSiamo andati nel nord del Burkina Faso, nella regione del Sahel che in arabo significa “sponde del deserto”, nella provincia dell’Oudalan, al confine con il nord del Mali, occupato dai movimenti fondamentalisti collegati ad Al Qaeda. Eravamo una delegazione di nove persone, con il vescovo Pier Giorgio Debernardi. Siamo andati perché le autorità locali (il Sindaco, il Deputato-ministro, il Governatore della Regione) ci avevano garantito la massima sicurezza e perché la nostra ambasciata ci aveva autorizzati. Si trattava di garantire la continuità dei progetti, in un momento così difficile, ma soprattutto di testimoniare la nostra fiducia verso queste popolazioni che ci avevano dimostrato di essere pacifiche e ospitali, praticando da oltre quarant’anni il dialogo di vita tra cristiani, musulmani e credenti tradizionali. Siamo andati, guidati dal nome con cui i burkinabè hanno battezzato il nostro progetto: «Enndam» che nella lingua locale, il fulfuldè significa «amore, amicizia, cordone ombelicale, fraternità». E infatti ce l’hanno detto: «da un anno nessun europeo si è più fermato nella nostra regione, ma eravamo sicuri che voi non avreste avuto paura e sareste venuti». D’altra parte l’annuale conferenza che precede il Festichams, il festival dei cammelli, aveva come titolo: «Dialogo interculturale e interreligioso come contributo delle popolazioni locali alla pace e allo sviluppo». Iniziativa tanto più significativa tenendo conto dei trentamila profughi giunti dal Mali e accolti presso i villaggi di confine, ma anche vicino a Gorom-Gorom e a Dorì, in questa provincia dell’Oudalan (180.000 abitanti) la più povera del Burkina Faso, che è il terz’ultimo nell’indice di sviluppo dell’ONU. Un territorio soggetto alla desertificazione, con una pluviometria tra i 200 e i 500 mm. annui, con periodiche siccità, carestie e fame (come da poco avvenuto).

  • I progetti

Nelle strategie di sviluppo con Gorom-Gorom ed i suoi 82 villaggi, anche noi italiani abbiamo cercato di praticare il dialogo e la collaborazione tra realtà diverse, sia nelle passate realizzazioni sia nelle nuove progettazioni. Sono coinvolti undici comuni: Piossasco che fa da capofila, Airasca, Avigliana, Cantalupa, Frossasco, None, Orbassano, Pinerolo, Roletto, Trana e Villarbasse. A questi progetti aderiscono anche numerose associazioni e scuole locali.

  • Supporto alla governance locale: comune e provincia

Abbiamo proseguito il supporto alla governance del comune di Gorom-Gorom, verso la piena realizzazione dello stato civile, l’attivazione della raccolta dei rifiuti (impresa ardua), la partecipazione limitata al finanziamento del Piano di sviluppo necessario per ottenere i modesti trasferimenti statali. Abbiamo anche ragionato sul decentramento e il trasferimento di molte competenze statali al comune. Abbiamo infine ottenuto l’inserimento della regione Sahel nel progetto europeo promosso dalle regioni Toscana, Piemonte e Rhone-Alpes, e parteciperemo ad un progetto pilota che riguarderà Gorom-Gorom.

  • Sostegno ed iniziative a sostegno delle donne

Sulla linea delle iniziative a favore delle donne sviluppate negli anni passati, si inserisce quest’anno la ricerca sulle esperienze italofrancesi di microcredito in Burkina Faso, condotta da Cristina Del Pero per la tesi di dottorato con il preside della facoltà di Economia di Torino. La ricerca è finalizzata ad individuare la migliore soluzione per costruire un nuovo progetto di microcredito a favore delle donne (ma non solo) e delle diverse filiere produttive (allevamenti, produzione di sesamo e del fagiolo niebè, orticoltura, ecc.

  • Interventi strutturali e sperimentali

Abbiamo potuto verificare che la nostra iniziativa di recupero di 300 ettari di terreno desertificato, con il metodo Vallerani, prosegue grazie all’impegno della ONG Reach Italia, diretta in Burkina Faso da Allain Long, originario di Torre Pellice.
Il progetto sperimentale di passaggio dal nomadismo all’allevamento stabulare con l’associazione Attaram del nord, composta da 38 allevatori, di cui 14 donne, ha avuto quest’anno il contributo professionale volontario dell’agronomo Silvano Galfione, nel fare avanzare il processo aziendale di integrazione fra alimentazione, allevamento e produzione di formaggi, realizzando anche un recinto elettrico per il bestiame. La sua consulenza ha riguardato anche la gestione del bouli (grande invaso d’acqua da noi finanziato nel 2007), sia per la coltivazione degli orti, sia per la pescicoltura.
Infine la collaborazione con Slow Food ha prodotto la nascita del primo Convivium di «Terra Madre» nella Regione Sahel. Ha anche avviato la promozione di orti scolastici a Gorom-Gorom.

  • Gli interventi educativi

In accordo con il Sindaco e il Direttore provinciale dell’Educazione di base, su incarico di COI (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale) e della ONG «Con i bambini nel bisogno» è stato affidato il compito di controllare la manutenzione delle scuole primarie realizzate in questi anni e dei pozzi.
La scuola primaria e l’acqua potabile sono due servizi fondamentali. In queste Regioni dove piove solo tra giugno e agosto, l’acqua stagnante delle pozze superficiali, condivisa con gli animali, è infetta e provoca dissenteria che in persone deboli e malnutrite causa la morte, specie bambini.
La scuola primaria, base di ogni vita umana, è il «primo obiettivo di un piano di sviluppo» (Paolo VI). Per i pozzi abbiamo potuto ipotizzare due nuove realizzazioni, uno finanziato della rete dei nostri comuni e l’altro dal Coro e Banda di Volvera. Abbiamo anche garantito che proseguano le iniziative di COI per la distribuzione di sapone e dentifricio.
Per quanto riguarda le scuole primarie, monsignor Debernardi ha potuto visitare il 15 gennaio il cantiere dei due edifici a Sebba, che saranno intitolati a don Barra. Abbiamo anche condiviso con il vescovo le valutazioni delle autorità locali e della Caritas di Dorì sull’importanza di costruire scuole negli sperduti villaggi del Sahel e di una scuola media a Gorom-Gorom (che saranno sempre intitolate a don Barra). A Deberè Nangé abbiamo visto uno dei tanti casi di una scuola sotto un riparo fatto con ramaglie, frequentata da alunni che vivono in misere capanne di fango.
Rosina Borgi e Daniele Luconi, come portavoce del Comitato Enndam, hanno curato tutto il settore dei sostegni scolastici, affidato al Direttore dell’Union Fraternelle des Croyants. Alain-Marie Kombère. Hanno confermato il contributo annuale di 15.000 euro della fondazione Bono – Ullo presieduta dal piossaschese Mario Del Pero: 600 sostegni scolastici per alunni di scuola primaria, 20 borse di studio per alunni del liceo e 2 borse di studio per la formazione d’insegnanti locali. Hanno portato il contributo annuale dei Cori e della Banda di Orbassano (promotore Lino Tiozzo), unito a quello del comune di Orbassano per la mensa scolastica della scuola materna comunale che avevamo realizzato nel 2004 – 2005 con 162 allievi e per i ragazzi di Doumam che frequentano il liceo provinciale. Hanno seguito con Alain la preparazione delle schede dei 96 sostegni scolastici per alunni bisognosi delle scuole primarie e del liceo, frutto dell’impegno di persone o famiglie dei nostri comuni e delle scuole del Comune di Trana e delle classi dell’Istituto Pascal di Giaveno.

  • Educazione al dialogo e scuola di pace

Con l’Union Fraternelle des Croyants, con LVIA, con CEM-Mondialità, con il sostegno di monsignor Debernardi e di monsignor Guido Fiandino, vescovo ausiliare di Torino, la nostra rete di comuni ha partecipato alla promozione del progetto culturale ed educativo DUDAL JAM, che significa Scuola di Pace – Centro di Pace, a Dorì e a Gorom-Gorom, per far concretamente sperimentare ai giovani africani (del Burkina Faso e dei paesi dell’Africa Occidentale), ai giovani europei e ai giovani africani immigrati, che il dialogo di vita tra cristiani e musulmani è concretamente possibile. E sarà tanto più necessario, appena sarà terminata la guerra in Mali. Ecco perché i due responsabili dell’Union; Alain-Marie Kombère e Francois Paul Ramdè, ci hanno presentato il progetto per una Carovana della Pace che raggiunga i diversi paesi attorno al Burkina come pure hanno rilanciato gli stages della Scuola di Pace.
In questa direzione abbiamo avuto anche l’adesione dell’Associazione Shalom (fondata da don Andrea Cristiani), che sostiene l’orfanatrofio “Casa Matteo” di Gorom-Gorom, con un ampliamento della casa di accoglienza, annessa al medesimo, che potrebbe ospitare i giovani italiani che verrebbero per campi di lavoro e stages di dialogo tra cristiani e musulmani.
Anche questo aspetto, oltre a quello scolastico ed educativo, può rientrare nella domanda che ha posto monsignor Debernardi: «perché non realizzare un movimento di persone che – nel nome di don Barra – si impegni a sostenere un progetto complessivo che aiuti il Sahel, e coinvolga positivamente anche i nostri giovani?»

A. Andruetto