Skip to Main Content

Attualità  

In Nigeria, il dramma dei cristiani

In Nigeria, il dramma dei cristiani

Ieri come oggi proseguono le persecuzioni e le stragi a causa della fede professata La Nigeria brucia. Per le esplosioni, gli attentati, le raffiche di armi automatiche che colpiscono cittadini inermi. Uomini e donne che hanno una sola colpa: essere cristiani. Vengono perseguitati da una banda di estremisti islamici, soprannominati i Taliban nigeriani, nota sotto la sigla di Boko Haram, particolarmente attiva nel Nord del paese dominato da una maggioranza musulmana. Fautrice di una dottrina che, tra l’altro, incita alla cacciata dalla Nigeria di tutti i non musulmani, la setta aveva rivendicato la responsabilità di una serie di attentati in tre chiese cristiane che aveva provocato 49 morti e decine di feriti durante la messa di Natale. I continui massacri hanno creato un clima di vero terrore. Sullo sfondo si agita la fortissima tensione dovuta all’aumento del prezzo del carburante. Il suo raddoppio è stato visto come una provocazione in un paese che è il primo produttore mondiale di petrolio. Il problema è la raffinazione del greggio: gli impianti sono obsoleti e la corruzione, legata alla commercializzazione del prodotto, finisce per dissanguare le finanze dello Stato. Far pagare 80 centesimi al litro invece di 35 è stato come accendere una miccia in una polveriera: in Nigeria si vive con due dollari al giorno.
Comunque sia, i cristiani europei non possono dimenticare quanto avviene in Nigeria, anche se viene facile distrarsi e volgere ad altro la propria attenzione,magari occupandosi solo delle nostre questioni, come quelle, pur molto serie, connesse alla crisi economica. Ci sono nel mondo donne e uomini credenti che soffrono ben più di noi, che vivono sotto la minaccia di un brutale terrorismo anticristiano.
Come non dimenticare i cristiani perseguitati? È una domanda da porsi nelle nostre comunità. Vuol dire certo avere presenti queste persone nel proprio orizzonte. È una presenza che chiede preghiera, ma anche e soprattutto una solidarietà attiva alla ricerca di tutte le vie possibili per aiutare e sostenere.
La persecuzione rivela la profondità e la forza pacifica del cristianesimo a noi tutti e agli stessi persecutori.
I cristiani pagano un prezzo di sangue in tante parti del mondo, solo per il loro nome e la loro fede.
L’odio, che acceca tanti e inquina alcuni ambienti del mondo, si scatena su questi testimoni dell’amore e di una vita buona.
Compito nostro, quindi, è anche quello di denunciare quanto accade in ogni parte del mondo e in ogni luogo dove c’è discriminazione, odio e persecuzione di natura religiosa.

Stefania Parisi Una fotografia scattata pochi istanti dopo la “strage di Natale” in Nigeria

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *