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Attualità  

Il “PIL” questo sconosciuto

Il “PIL” questo sconosciuto

9 dicembre 2014

Per l’Italia si prevede una lieve ripresa dal secondo trimestre del 2015

In economia il PIL (Prodotto Interno Lordo) rappresenta una misura basilare per valutare la salute di un Paese e definire se sta crescendo. Spesso ne sentiamo parlare, ma ci siamo mai addentrati per capire sino in fondo cosa indica questa misura?
Il Prodotto Interno Lordo è costituito dal valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti in un certo Paese in un lasso di tempo che convenzionalmente è stabilito nell’anno solare.
In altre parole il PIL definisce la misura della ricchezza prodotta in un Paese.
Approfondendo i singoli termini ricaviamo che: “prodotto” significa il valore della produzione; “lordo” significa che il PIL comprende il valore degli ammortamenti (ovvero dei deprezzamenti per uso degli oggetti della produzione); “interno” significa che il PIL comprende il valore di tutto ciò che viene prodotto all’interno di un Paese senza alcuna considerazione della nazionalità di chi effettua la stessa produzione.
È importante sapere che, quando viene calcolato il PIL di un Paese, viene considerato tutto ciò che ha un corrispettivo economico in denaro, mentre vengono escluse tutte le attività, transazioni, servizi che non hanno questo corrispettivo; ad esempio tutte le prestazioni che avvengono in ambito famigliare ovvero quelle attuate dal volontariato. In questo senso il nostro Paese è sicuramente penalizzato, avendo un’area legata al volontariato ed al no-profit molto sviluppata.
Naturalmente sono escluse dal conteggio del PIL anche tutte quelle attività cosiddette sommerse che eludono o addirittura evitano gli impegni fiscali, previdenziali e assicurativi obbligatori.
Altra osservazione che ci può far riflettere su cosa sia veramente il PIL è che si tratta di una misurazione sempre positiva che somma tutte le prestazioni considerandole in sé, indipendentemente dal fatto che siano volte al miglioramento del benessere delle persone o del Paese nel suo complesso. Ad esempio nel PIL vengono sommate voci come: acquisto di un veicolo, ricovero ospedaliero, spese sostenute per un incidente, spese sostenute per danni alluvionali, investimento in una nuova struttura industriale, spese sostenute per danni provocati da eventi criminosi e molte altre.
Se guardiamo il PIL dal punto di vista reddituale, possiamo dire che esso rappresenta la somma dei redditi prodotti in quell’anno in quel Paese, naturalmente tutti i redditi emersi.
Se guardiamo il PIL dal punto di vista della domanda possiamo definire il PIL come la somma dei consumi, degli investimenti e della spesa pubblica. Ricordiamo al riguardo che tutte le opere pubbliche contribuiscono all’incremento del PIL.
Per chiudere possiamo ricordare alcune cifre: il PIL del nostro Paese negli ultimi 15 anni ha avuto una media di crescita pari a 1,25, la punta più bassa nel 1993 con un -0,9, la punta più alta nel 2000 con un 3,6. Negli ultimi anni il PIL italiano sembra aver perso la possibilità di crescere; le previsioni per il prossimo hanno valutato una modesta crescita a partire dal secondo trimestre. La Cina in forte ascesa negli ultimi due decenni, dopo aver viaggiato per anni intorno al 9, ora si assesta sul 7; l’India supera il 5; Stati Uniti 2,10; Germania 1.39; i cugini della Francia 0,37; Grecia 0,60; Irlanda 3,62, Regno Unito 3,21; anche la Turchia si difende bene con un 3,03; Argentina -1,70; Brasile 0,30; Indonesia 5,16.

Carla Maurino

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