11 Settembre 2015
Il 14 settembre inizia la scuola. Sarà buona?

11 settembre 2015
Martedì 1 settembre alle ore 9 si è aperto il Collegio Docenti. Un nuovo anno scolastico è iniziato e sarà il primo della Buona Scuola. Se la scuola uscita dalla riforma potrà essere veramente buona lo vedremo nelle prossime settimane e nei mesi a venire. Per il momento ciò che si può notare è la mancanza di molti insegnanti, più evidente che negli anni passati. Le destinazioni dei professori assunti in ruolo per effetto della riforma sono state comunicate via mail alla mezzanotte del 1 settembre, scelte dal database del Miur.
Molti hanno così scoperto, nel cuore della notte, di essere assegnati in sedi molto distanti dal luogo di residenza. Ora dovranno scegliere se accettare e preparare le valigie, oppure rinunciare e ricominciare tutto da capo, col futuro concorso. Scelta difficile e sofferta che comporta in ogni caso sacrifici e fatica. L’unica possibilità di procrastinare di un anno la scelta è offerta a quegli insegnanti che già hanno ottenuto una supplenza nei luoghi di residenza. È vero che gli alunni entreranno in aula il 14 settembre, ma rimane comunque poco tempo per nominare tutti gli insegnanti. I professori neoassunti hanno, infatti, dieci giorni di tempo per accettare cattedra e destinazione.
Solo dopo questo periodo saranno nominati tutti i supplenti sui posti rimasti scoperti. Certamente è sempre facile criticare le scelte del governo, ma l’aria che si respira nei corridoi e nelle aule è di generale scontento. Da una parte i “fortunati” precari immessi finalmente in ruolo si trovano nel dilemma tra sicurezza del lavoro pagata però a prezzo altissimo, lontananza da casa, affetti, figli magari piccoli, mariti, mogli. Dall’altra, i precari vivono l’attesa di una chiamata con angoscia maggiore che nel passato. Tra questi, grande è il timore di rimanere senza lavoro, anche perché per alcune discipline quest’anno sono state attribuite cattedre di ventidue ore, quattro in più dell’orario previsto. Ci sarà chi ha la pancia troppo piena e chi rimane a bocca asciutta.
Non dimentichiamo poi che tra questi precari molti lavorano da dieci anni e anche più. Molti fra loro hanno conseguito l’abilitazione frequentando corsi a pagamento, con tanto di esami scritti, orali e tesi. Ma anche chi, studiando e lavorando, è riuscito ad abilitarsi, ora si trova a dover combattere con le procedure e i tempi della burocrazia per sperare di essere effettivamente inserito nella graduatoria di diritto. Doveva essere tutto pronto per l’inizio di settembre, ma già si parla di ottobre, forse novembre. Ciò porterà a nomine tardive, cambiamenti di insegnanti in corso d’anno, ricorsi, controricorsi… I problemi, poi, non riguardano solo il nodo delle assunzioni e delle nomine.
Nelle scuole elementari, per fare un solo esempio, si sta andando verso l’eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua inglese. Saranno le maestre di classe a dover impartire questo insegnamento, magari anche in più classi, con le inevitabili e prevedibili complicazioni sull’organizzazione delle attività. Sarà davvero “Buona Scuola”? Lo vedremo. Qui abbiamo parlato di problemi e difficoltà, ben sapendo che la scuola è anche altro.
La scuola, quella che si vive ogni giorno sui banchi, è fatta principalmente di persone, alunni, insegnanti, famiglie. Se Buona Scuola sarà, lo si dovrà soprattutto all’impegno, professionalità, buona volontà di queste persone. Se poi il fine di tutto è il bene degli alunni, questo potrà realizzarsi, ancora e sempre, solo grazie al lavoro dei buoni insegnanti. Questi magari si lamentano, magari soffrono per essere stati sradicati da casa e affetti, magari sono mal pagati, magari sono anche mal visti dall’opinione pubblica. Ma sono proprio questi che poi, in classe, si dimenticano di loro stessi e, di fronte ai ragazzi, mettono tutte le loro energie al servizio di una passione che è e rimane il lavoro più bello del mondo: accompagnare i giovani alla scoperta del mondo e di loro stessi.
Massimo Damiano
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