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Attualità  

Hanno vinto i cittadini. Se ne tenga conto

Hanno vinto i cittadini. Se ne tenga conto

Una riflessione sui risultati del Referendum Hanno vinto cittadini. Andando a votare e scegliendo quattro “sì” praticamente secchi. E così dopo sedici anni si è tornati a rendere efficace il referendum. Il quorum è stato raggiunto, anche a dispetto delle complicazioni dovute al voto degli italiani all’estero. La gente si è sentita chiamata in causa dalle questioni in ballo. Sull’acqua bene comune, sul nucleare che non tranquillizza, sulla legge uguale per tutti (anche per chi ci governa) ci si è mobilitati per esprimere una posizione netta.
Le riflessioni che il risultato referendario sollecita sono di diverso tenore. Innanzi tutto, c’è da annotare il valore di un esercizio democratico, che dà voce diretta alla sovranità popolare. La nostra è una democrazia parlamentare e quindi rappresentativa, ma prevede costituzionalmente un correttivo messo nelle mani degli elettori. Il referendum è impostato, in Italia, per smentire o confermare le scelte legislative. E’ una possibilità che i cittadini hanno colto. E’ un bel segnale per la democrazia, che si dimostra viva e vitale. Quando è ora ci si pronuncia e si sceglie.
In secondo luogo vanno ricordate alcune novità nei messaggi referendari, soprattutto nell’invito a votare, per raggiungere il quorum. La Tv ha contato molto poco. Hanno spopolato Twitter e Facebook. Ma anche il passaparola immediato. Si sono mescolate modalità inedite ed antiche, per un risultato che è stato efficace. Bisognerà che la politica rifletta su questi nuovi territori d’umanità che vanno dal digitale al vitale, amalgamando una società civile che i partiti non intercettano più in tutto e per tutto.
E poi la posta in gioco. L’acqua da non privatizzare ha scosso tante coscienze. Così come hanno fatto strada i timori per il nucleare nel nostro domani. Sono questioni di peso specifico. Bisogna affrontarle con la consapevolezza del bene comune da una parte e delle garanzie di sicurezza dall’altra. I cittadini vogliono essere rassicurati su beni primari come l’acqua e la salute, l’ambiente, la vivibilità. La precauzione per evitare possibili disastri od eventuali speculazioni è decisiva. E le urne l’hanno certificata appieno
Ugualmente, sul legittimo impedimento, forte è stato il richiamo al principio assoluto di legalità per tutti, bocciando eccezioni che non hanno ragion d’essere neppur per il premier e per i ministri.
Detto questo, rimane da ricordare che i referendum hanno bocciato – è un dato oggettivo – scelte legislative di questa maggioranza di Centrodestra. Il segnale mandato al Governo è marcato ed esplicito. Chi guida il Paese oggi non può scordarsi che la maggioranza dei cittadini su alcune questioni cruciali ed emblematiche la pensa diversamente. Una sconfessione insomma, che politicamente non può non pesare. Almeno se ne tenga conto, e la si interpreti con un atteggiamento adeguato e rispettoso della volontà popolare.
E così si metta una pietra tombale sulle leggi “ad personam”. Il no a valanga al legittimo impedimento reclama un altro stile da chi ha in mano le sorti del Paese.
Sulle schermaglie tra Lega e Pdl in un momento di evidente difficoltà, sulle richieste dimissioni per Berlusconi da parte di alcune opposizioni i giorni a venire ci diranno se si va verso una svolta o se si vorrà continuare a navigare a vista, in un Paese che sembra andare altrove ed aspettarsi ben altro.

Corrado Avagnina (AGD) Incontro di sensibilizzazione sul tema dell'acqua bene comune

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