8 Aprile 2014
Gender, ovvero quando l’ideologia diventa legge

Scuola e mass-media alle prese con le “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT” – Aprile 2014
La questione in campo è stata ben sintetizzata dal cardinal Angelo Bagnasco, nell’ultima sua recente prolusione al Consiglio Cei. «È la lettura ideologica del “genere” una vera dittatura – ha spiegato – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga». Se si affianca, a quanto accade nelle scuole, lo speculare procedere nel mondo dell’informazione, con l’emanazione, sempre da parte dell’UNAR, di “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”, si può dire che si sta davvero tentando l’imposizione per “via burocratica” della “teoria del gender”.
Un operare che sta, però, sollevando una giusta reazione di quanti non vogliono, nell’interesse di tutti, veder conculcata la libertà di espressione.
Rispetto alla scuola ha fatto discutere, forte riaffermazione del dettato costituzionale che riconosce come compito della famiglia l’educazione dei figli, la presa di posizione dell’A.Ge.-Associazione Italiana Genitori. Il presidente Fabrizio Azzolini ha proposto che «un giorno al mese si tengano i figli a casa da scuola per svegliare dal torpore insegnanti, presidi e genitori e far comprendere loro il pericolo dell’ideologia del gender, che subdolamente, senza incontrare una vera opposizione, si sta diffondendo nelle scuole dei nostri figli». In Francia, d’altronde, di fronte a fatti e scelte simili, la società ha già reagito: 18mila studenti francesi restano a casa un giorno al mese e questo è bastato perché il governo facesse un passo indietro.
Il presidente Azzolini si è rivolto ad insegnanti e presidi, chiedendo loro di «stare uniti a noi genitori, facciamo sentire insieme la nostra voce, anche attraverso le nostre associazioni e rappresentanze sindacali. Informiamo gli altri docenti e genitori, facciamo conoscere i contenuti della teoria del gender, il tipo di società che vuole costruire».
Sul fronte dell’informazione si è mosso, invece, il direttore de “La Nuova Bussola Quotidiana”, Riccardo Cascioli. Decidendo di impugnare presso il T.A.R. del Lazio il famigerato decalogo dell’UNAR, avvalendosi dell’assistenza legale dei Giuristi per la Vita. Si contesta, oltre l’attacco alla libertà d’espressione, il «difetto di competenza, violazione della riserva di legge per quel che concerne le restrizioni alla libertà personale, eccesso di potere, violazione dello Stato di Diritto, violazione degli articoli 13 e 117 della Costituzione, per contrasto con l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, violazione dell’art.2, Legge 3 febbraio 1963, n.69».
Queste iniziative si affiancano alla capillare, apolitica e aconfessionale, mobilitazione di tante realtà. Pensiamo a quanto stanno facendo la “Manif pour tous – Italia” e le “Sentinelle in piedi”, insieme al comitato “Sì alla Famiglia” nata a Torino.
Marco Margrita
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