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Attualità  

Dovis su profughi in Piemonte e povertà

Dovis su profughi in Piemonte e povertà

«Non possiamo sottrarci ad un dovere di solidarietà» AGD – Una o due persone per comune, questa la strada indicata da Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino, nei confronti dei profughi. “Non possiamo – sostiene – sottrarci ad un dovere di solidarietà nei confronti dei profughi, però dobbiamo fare in modo che queste persone non vengano portate solo nei grandi centri, nei capoluoghi, nelle grandi città, che in questo momento non sono in grado di accogliere dignitosamente un numero alto di persone. Il mio auspicio – rimarca – per il Piemonte è che ci sia l’accoglienza, in questo grave momento di difficoltà, di una massimo due persone in ogni comune per essere aiutate in modo dignitoso”. Dovis è intervenuto sulla questione a margine della presentazione, martedì mattina a Torino, dei dati relativi al crescente numero di persone che si sono rivolte al centro di ascolto diocesano. La stragrande maggioranza delle persone, 447 su 546, che si sono recate, nel corso del 2010, a Torino al centro di ascolto diocesano “Le Due Tuniche”, non si era mai vista prima. Non era mai capitato che oltre l’81% degli ospiti fosse una new entry. Nei primi due mesi del 2011 hanno bussato alle porta del centro 318 persone, più della metà di tutti gli ospiti accolti nell’intero 2010. 245 nuove persone, ovvero il 77% del totale, con una lieve maggioranza di donne. I disoccupati sono la parte decisamente preponderante l’81%, non solo senza lavoro, ma anche in cassa integrazione e in mobilità. Tutto questo a fronte di un calo delle risorse pubbliche ed a un decremento dell’efficacia delle azioni di welfare che vengano portate avanti in una situazione in cui la povertà sta cambiando. Tra le varie iniziative di sostegno, proposte da Dovis, c’è anche “1936,27 buoni motivi per donare le vecchie lire e combattere la povertà”, visto che le vecchie lire non avranno più alcun valore dal febbraio 2012, propone di offrirle subito per sostenere chi è in difficoltà.

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