4 Marzo 2025
Cumiana. Mariapia Garavaglia: La Resistenza non fu di una parte sola

La Sala Vaudagna di Cumiana ha ospitato il 1° marzo 2025 il convegno “80 anni di libertà e adesso?” a cui è intervenuta Mariapia Garavaglia, Presidente nazionale dell’associazione partigiani cristiani.
Lo scorso 1° marzo Monica Canalis, del consiglio regionale Piemonte, ha moderato il convegno dal titolo “80 anni di libertà e adesso?” nella Sala Vaudagna di Cumiana. L’iniziativa promossa dall’ANPC (associazione nazionale partigiani cristiani) vuole essere un momento di riflessione sull’importanza di tenere vivi i valori che hanno animato la Resistenza, per contrastare ogni forma di autoritarismo e intolleranza.
Sono intervenuti
- Davide Rosso
- Piercarlo Pazè,
- Adriano Andruetto
- Marco Comello
- Matteo Giaveno
- Enrico Martino
- Moderatrice Monica Canalis
La sala era gremita, tra il pubblico innumerevoli i sindaci. Toccante l’intervento della senatrice Mariapia Garavaglia, Presidente nazionale dell’associazione partigiani cristiani:
«Noi collaboriamo con chiunque abbia valori e fondamenti culturali che hanno a che fare con l’antifascismo. De Gasperi è un uomo che ha fatto politica a causa della fede e che ha avuto una vita irreprensibile da ogni punto di vista. Con il decreto De Gasperi ha voluto la ricorrenza del 25 Aprile che non è una festa di parte, una festa comunista ma è la festa di tutti. È stato un modo per riunificare l’Italia. Non tutti i partigiani erano comunisti. Pensiamo a Tina Anselmi, cattolica e staffetta della resistenza. Se vogliamo onorare i nostri caduti andiamo a votare perché per la libertà ci sono state persone che si sono fatti uccidere per noi e noi non facciamo neanche la fatica, se piove o se è un giorno di ponte, di andare a votare. Ho trovato il titolo della conferenza molto bello: e adesso? Adesso si può vivere così indifferenti senza pensare agli altri? Non c’è amore più grande che dare la vita per gli amici. Noi non dobbiamo darla fisicamente però possiamo dedicarci con la nostra intelligenza, il nostro saper fare, con un volontariato di vicinanza. A Dachau c’erano 600 preti e un vescovo rinchiuso riuscì a consacrarne uno proprio lì. Sono piccole storie che hanno fatto la grande storia del nostro paese. Mi chiedo che cosa pensano i vescovi americani dove si è fatta campagna elettorale contro il colore della pelle. Si può chiedere a un popolo oppresso di essere pagato perché è stato aiutato? Si può far passare che uno può invadere uno stato e lo può fare ancora? Noi vogliamo vivere in un mondo in cui siamo capaci di dire di no a questi comportamenti. Un’altra bella frase che non è nostra e che dura da millenni ma che è la regola aurea è: tratta gli altri come vuoi essere trattato tu».




Monica Canalis ha chiuso gli interventi:
«Ci vogliono far credere che la resistenza fu un movimento di parte, ci vogliono far credere che la resistenza fu fatta solo da una parte, che fu una questione di destra o di sinistra e che fu solo una guerra civile. Non è così. Credo che questa mattina lo abbiamo raccontato maniera oggettiva: la resistenza è un patrimonio di tutti gli italiani e fu combattuta da tutti: comunisti, socialisti, azionisti, cattolici, valdesi e anche i monarchici e forse sto dimenticando qualcuno. Non fu semplicemente una questione di parte ma fu una lotta di popolo, una lotta di liberazione contro l’autoritarismo e la violenza come strumento politico».
GRAZIELLA LUTTATI
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