17 Settembre 2013
Caro genitore uno...

12 settembre 2013
«Caro genitore uno, noi tutti bene, come sta il genitore due? Il nostro discendente due comincia a spiccicare le prime parole e siamo un po’ preoccupati perché si ostina a chiamare me papà ed il genitore due mamma. Il guaio è che il nostro discendente uno è nato prima del progressista rinnovamento del lessico e spesso si rivolge a noi con i termini obsoleti di mamma e papà, dando un cattivo esempio al discendente due che tende ad imitarlo. Ci siamo comunque impegnati io ed il genitore due ad utilizzare mezz’ora ciascuno ogni sera, dopo cena, per catechizzarli entrambi: non vogliamo che crescano ignoranti e reazionari. Ci vediamo alla fine di ottobre per portare fiori sulla tomba degli avi uno e due di tutti. Un forte abbraccio a te ed al genitore due».
Questa “fantalettera” ci è stata inviata da un lettore che ipotizza, con amara ironia, un futuro lessicale non così improbabile. Alcuni soggetti politici – e recentemente Camilla Seibezzi, consigliera comunale e delegata del sindaco di Venezia ai diritti civili – caldeggiano, infatti, la sostituzione delle parole “padre” e “madre”, con i vocaboli “genitore uno” e “genitore due”.
Sono solo parole, si dirà.
Ma le parole a lungo andare cambiano la storia e gli uomini.
E non sempre li cambiano in meglio.
P.R.
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