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Attualità  

Bruxelles. Il racconto di una giovane italiana: l'attentato era nell'aria

Bruxelles. Il racconto di una giovane italiana: l'attentato era nell'aria
22 marzo 2016
Giulia Bacchiarello, savonese di 29 anni, dal settembre 2015 si trova a Bruxelles per uno stage di grafica nella rivista Diplomatic World. In questa breve intervista racconta il “clima” che si respira adesso nella città belga dopo l’attentato di questa mattina all’aeroporto internazionale di Zaventem.
Giulia BacchiarelloCome hai saputo dell’attentato di questa mattina?
Ho letto il messaggio di una ragazza sul gruppo “Italiani a Bruxelles”. Diceva che sua mamma si era recata all’aeroporto e avevano sentito due esplosioni.
Poi ho seguito l’evolversi della situazione su internet.
Che clima si respira adesso in città?
È quasi surreale: si sentono molte sirene, tra ambulanze e polizia. I mezzi di trasporto sono quasi tutti bloccati. Circolano solo alcuni autobus dalla “gare” centrale verso i comuni della città.
Paura?
Sì. Siamo tutti impauriti. Io e i miei colleghi abbiamo chiesto un giorno di ferie domani. Non ci sentiamo sicuri anche se dovessero ricominciare a circolare i mezzi di trasporto.
Quello che mi fa davvero paura è che è gente senza scrupoli, un nemico invisibile, impossibile da estirpare alla radice, si nasconda dietro ad una religione che non ha niente a che vedere con questa gente fuori di testa.
Credi che Bruxelles sia una città pericolosa?
Non penso che Bruxelles sia una città più pericolosa di qualsiasi altra. D’altro canto credo si potesse subodorare nell’aria che dopo la cattura di Salah Abdeslam qualcuno avrebbe colpito. Questo attentato è una rappresaglia. Stanno provando a disunire l’umanità!
A un ragazzo italiano che volesse venire a Bruxelles a studiare o lavorare che cosa diresti?
Direi che occorre stare attenti ma che Bruxelles è una città meravigliosa che sa regalarti tanto, che ti fa crescere personalmente soprattutto per la meravigliosa multiculturalità che qui è ben presente.
P.R.
belgium
 
 
 

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