Nella sola Pinerolo ha messo insieme 5.637 voti (pari al 26,96%). Il partito di Grillo ha fatto il botto. E c’era da aspettarselo. Sul perché si può discutere. Dire che il Movimento 5 Stelle ha raccolto i voti di protesta sull’onda di un facile populismo è semplice. Troppo semplice. E quindi inesatto. Ci sono elementi che vanno oltre il “voto di pancia”. Grillo, sfruttando al meglio il web – rimbalzato poi dalle Tv come un arcano svelato – ha saputo comunicare con parole comprensibili. Su questioni reali. Intanto le altre formazioni politiche, per lo più, parlavano agli avversari, ad un inesistente e immaginario bacino di elettori o addirittura ai mercati (!). Quello per Grillo è stato un voto di piazza, nel vero senso della parola. Sabato scorso, al mercato, sentivo i commercianti che, tra ombrelloni, camioncini e bancarelle, dichiaravano la loro preferenza per il comico genovese: «tanto peggio degli altri non potrà fare». La stessa scelta di candidati sconosciuti – molti dichiaratamente non laureati! – è risultata vincente. «Meglio un volto nuovo, giovane e forse promettente che uno già visto e rivisto e senza dubbio deludente» commentava qualcuno.
Indipendentemente da come si assesteranno – o imploderanno – le altre forze politiche, resta questo dato forte e chiaro: un quarto degli elettori votanti – molti probabilmente recuperati anche tra i fedelissimi della scheda nulla – dice di no a un sistema politico che obbedisce alle eminenze più o meno grigie, relitti di un passato che ha portato il paese più vicino al Nord Africa che al Centro Europa. Resta da capire a che cosa dire “sì”. E resta la provocazione, anche per il mondo cattolico (ma dove è finito?), a tornare a parlare in modo comprensibile, radicandosi tra le gente (sono anni che non si vede in giro un “banchetto” di un partito anche solo vagamente popolare). Grillo ha recitato la sua commedia. Ora occorre iniziare a scrivere un copione nuovo.
LA LEZIONE DI GRILLO
Caro Direttore Patrizio Righero,
concordo con la tua analisi del voto. In Europa (visto che il loro candidato bocconiano è stato respinto dai cittadini italiani) hanno subito parlato di “pulcinella, arlecchini e pagliacci” da commedia dell’arte in scena in Italia.
Io sono un europeista convinto da sempre, anzi un universalista, ma questi “aspiranti burattinai” (francesi, tedeschi, ecc.) sono per l’Unione Europea o sono per continuare la politica coloniale ? E se, come giustamente affermi i “vecchi” politicanti ci hanno spinti verso il terzo mondo (e sono bolsi quando non anche bacati), perché dovremmo temere di mettere alla prova del carro dei cavalli giovani, tra i quali selezionare (tra 200 giorni) con le nuove elezioni (a parlamento dimezzato e porcelum cancellato) i puledri migliori ?
Sursum corda, ad maiora semper,
Dario Seglie
Caro Dario,
sono d’accordo con te sullo “spazio ai giovani”. Dal canto mio auspicherei la presenza anche qualche buon puledro di estrazione popolare e di orientamento – ebbene sì, utilizzo ancora questo termine! – democristiano.
Un cordiale saluto e l’augurio di un buon compleanno!
P. R.
Grazie per onorare le mie 72 primavere, caro Patrizio !
Ok, mi sta bene anche il termine ma scritto così demo – cristiano; anzi dicendo “cristiano” il suffisso “demo” mi pare superfluo, se pensiamo alla koiné delle origini, quella a cui -oggi data storica per l’atto di Benedetto XVI- Papa Joseph Ratzinger credo si ispiri.
Ritornando alla politica, la società civile raccolta nel M5S credo possa fare la differenza; per decenni i politicanti ci hanno usati come stracci da pavimento; credo che possiamo permetterci il lusso di provare, per qualche mese, se si riesce a riportare -con gente nuova- aria fresca e pulita nel Bel Paese.
Credo occorra anche che gli italiani, i citoyens, siano partecipi del possibile cambiamento, perché i vecchi lupi hanno perso il pelo, ma non il vizio di sbranare gli agnelli.
Per i lupi rognosi l’abbattimento è lecito, anzi obbligatorio.
Ad multos annos,
D. S.
Grillo è un un ottimo cacciatore di voti ma, una volta passate le elezioni, la sua chiusura mentale è un ostacolo per la crescita del paese. I “grillini”, invece, sono giovani, intelligenti, incensurati e non ricattabili per vecchi scheletri negli armadi. Cose mai viste, insomma. Solo i prossimi mesi ci diranno se nel “Movimento della gente” prevarranno le idee dei militanti o se invece è semplicemente nato l’ennesimo partito ad personam di cui proprio non sentivamo la mancanza.