21 Febbraio 2025
Appello delle confessioni religiose del Nord-Kivu: pace e responsabilità contro la violenza

Le confessioni religiose del Grande Nord del Nord-Kivu (R. D. del Congo) hanno lanciato un appello urgente alla pace e alla calma, in questo momento di grande instabilità e violenza.
Butembo, 20 febbraio 2025 – Le confessioni religiose del Grande Nord del Nord-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, hanno lanciato un appello urgente alla pace e alla calma, in un momento di forte instabilità e violenze ricorrenti.
Nel loro messaggio, i leader religiosi denunciano l’insicurezza cronica, i massacri e gli sfollamenti che da anni colpiscono la regione, alimentando paura e precarietà. Invocano la fine della violenza e invitano la popolazione a non cadere nella spirale dell’odio, promuovendo invece il rispetto della vita umana, della dignità e del diritto internazionale umanitario.
Rivolgendosi sia ai fedeli sia alla società civile, i firmatari dell’appello ricordano che la pace è un dono di Dio e che nessuno deve sottrarsi alla responsabilità di proteggerla. Citando il Vangelo e l’esempio di San Francesco d’Assisi, chiedono di diventare strumenti di pace, evitando ogni forma di complicità con il male.
L’appello si conclude con un’esortazione alla fede e alla resistenza pacifica, affidando il futuro del Congo alla protezione di Dio e all’impegno collettivo per uno sviluppo duraturo e armonioso.
Appello alla pace e alla calma
Messaggio delle confessioni religiose del Grande Nord del Nord-Kivu
- Da più di due anni, il nostro Paese, la Repubblica Democratica del Congo, specialmente nella sua parte orientale e più precisamente nella provincia del Grande Kivu, sta vivendo un periodo di instabilità e violenze ricorrenti. Purtroppo, questa situazione preoccupante non fa che peggiorare e accelerare! E naturalmente, questa accelerazione suscita interrogativi, dubbi e porta all’aumento del senso di paura, panico, agitazione e angoscia.
- Di fronte a questa situazione estremamente preoccupante, noi, membri delle confessioni religiose, riuniti oggi a Butembo, abbiamo deciso di rivolgere ai nostri fedeli, così come agli uomini e alle donne di buona volontà, questo appello alla pace e alla calma.
- Esprimiamo la nostra compassione a tutte le persone e a tutte le famiglie che hanno subito perdite a seguito di questi eventi tragici e dolorosi a Goma, Bukavu, Kalehe, Lubero, Butembo e Beni, perdendo uno o più membri. Li rassicuriamo con la nostra preghiera e la nostra vicinanza. Allo stesso tempo, esprimiamo la nostra solidarietà a coloro che sono stati sfollati, che hanno perso i loro beni e che si trovano a vivere in una condizione di estrema precarietà.
Fratelli e sorelle,
- Nessuno può ignorare le tragiche conseguenze di ogni guerra, di ogni conflitto: perdita di vite umane, furti e distruzione di beni, spostamenti forzati della popolazione, traumi, agitazione, perturbazione della calma abituale e necessaria a una vita normale e serena… In queste circostanze, purtroppo, non è escluso che agitatori di ogni tipo, manipolatori dell’opinione pubblica e banditi ne approfittino per distruggere, danneggiare e rendere la situazione ancora più fragile.
Fratelli e sorelle,
- Abbiamo già sofferto troppo a causa dell’insicurezza cronica, dei massacri, delle violenze e non vogliamo aggiungere altro dolore. Per questo motivo, nel nome della nostra fede in Dio, noi, responsabili delle confessioni religiose, riuniti in questa circostanza, vi rivolgiamo tutti insieme questo appello alla pace, alla non-violenza e alla vigilanza responsabile. Ci rivolgiamo a tutti voi, senza eccezione, per chiedervi di diventare strumenti di pace al servizio della vita e non della morte. La pace non ha confini. Tutti ne hanno bisogno. Essa è un dono di Dio per tutta l’umanità. Dio, che ci ha creati a Sua immagine e somiglianza (Genesi 1,26-27), ci dice che ogni vita è sacra e che la dignità umana è infinita. È proprio per proteggere questa vita e le popolazioni congolesi che è stata avviata l’“operazione Shujaa”, una cooperazione tra le forze delle FARDC (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo) e l’UPDF (Forze Armate dell’Uganda), iniziata il 30 novembre 2021 e che continua ancora oggi nella nostra regione, fino a estendersi nella provincia dell’Ituri.
- In questo momento difficile della nostra vita, vogliamo ricordare a tutti, governanti e governati, che il rispetto assoluto di ogni vita umana è un dovere di responsabilità dal quale nessuno può sottrarsi in alcun momento. Ricordiamo inoltre che la protezione dei beni di ogni persona è un dovere inalienabile. Allo stesso modo, invitiamo tutti, in qualsiasi circostanza, a rispettare il diritto internazionale umanitario, che prevede la protezione di luoghi di culto, scuole, ospedali, biblioteche, monumenti storici, musei, ambiente e raccolti. Chiediamo in particolare ai nostri fedeli e a tutte le persone di buona volontà di non fare mai agli altri ciò che non vorrebbero fosse fatto a loro (Mt 7,12). Evitiamo di schierarci con coloro che fanno il male, che distruggono e che aspettano solo il caos per danneggiare e far scomparire.
Fratelli e sorelle,
- Pur raccomandando di restare nelle nostre case – perché non abbiamo più un posto dove andare – restiamo saldi nella fede nel Signore, che non potrà mai abbandonarci. Egli ci ha creati a Sua immagine e somiglianza, è fedele, non potrà mai dimenticarci e continuerà a vegliare su ciascuno di noi, su tutti noi e sul nostro Paese, la Repubblica Democratica del Congo. Che Dio ci aiuti a diventare strumenti di pace (cfr. San Francesco d’Assisi) per il nostro sviluppo integrale e duraturo!
Butembo, 20 febbraio 2025
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