14 Settembre 2011
Addio, Walter Bonatti

L’alpinista si è spento a Roma la notte del 13 settembre all’età di 81 anni Attraverso il Presidente del GISM Spiro dalla Porta Xydias, amico di Walter Bonatti, ho capito tante cose su di lui. Alcune si possono dire, altre no. Quello che emerge dalla figura di Walter, è il suo bisogno di solitudine come espressione suprema delle sue imprese, in quanto avendo un dono naturale che gli permetteva una resistenza alla fatica maggiore a quella dei comuni esseri mortali, era osannato da la stampa in genere, ma aspramente criticato da chi credeva ingiustamente che pensasse più a se stesso che agli altri. Io l’ho conosciuto ad una conferenza e ci siamo stretti la mano. Mia moglie era incinta del secondo genito che per l’appunto ho chiamato Walter. Bonatti ha rifiutato premi prestigiosi, acclamazioni pubbliche se non li sentiva spontanei. Introverso con gli altri, ma aperto alla vita, ci ha fatto tutti sognare con i suoi reportage negli angoli più misteriosi della terra da lui esplorati. Se non poteva più tracciare vie verticali, ha percorso straordinari luoghi del nostro pianeta che nessun essere umano aveva mai visitato prima e dei quali, senza le sue esplorazioni al limite non avremmo mai sconosciuto l’esistenza!
Questo per me era Walter.
Lodovico Marchisio
Le date di una vita
Nato a Bergamo il 22 giugno del 1930, Bonatti è stato uno dei più grandi dell’alpinismo mondiale.
Walter Bonatti comincia la sua attività sportiva come ginnasta nella società monzese “Forti e Liberi”.
Come alpinista le sue imprese iniziano sulle Prealpi Lombarde nel 1948 e nel 1949 compiendo una serie di salite di estrema difficoltà per tale periodo, infatti in tale anno Bonatti ripete le vie aperte da Detassis nelle Dolomiti (seconda ripetizione), da Cassin sulla parete nord delle Grandes Jorasses (sperone Walker con l’amico Andrea Oggioni) e sulla parete nord-ovest del Pizzo Badile.
Il 20 luglio del 1951 con Luciano Ghigo compie la prima salita al Gran Capucin, il più bel monolito del Monte Bianco e la via prenderà il suo nome.
Nel 1952 sale la cresta sud dell’Aiguille Noire de Peuterey con Roberto Bignami.
Nel 1953 compie la prima invernale alla parete nord della Cima Grande di Lavaredo e la prima invernale alla Cima Ovest, aprendo lo stesso anno sul Cervino una variante direttissima lungo gli strapiombi della cresta del Furggen. Dopo tantissime altre salite di rilievo nel 1954 diventa guida alpina.
Nello stesso anno partecipa alla spedizione italiana di Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Bonatti solo ventitreenne, era il più giovane della spedizione e con il portatore Mahdi viene loro assegnato il compito di portare le bombole a Lacedelli e Compagnoni ai campi alti. Non ben supportati e per una serie di equivoci il 30 luglio 1954 dopo aver lasciato le bombole tornano al campo otto. Il portatore che era con lui riporta seri congelamenti alle mani ed ai piedi, ed in seguito subisce l’amputazione di numerose dita. Solo nel 2004 il Club Alpino Italiano, grazie alla propria Commissione d’Inchiesta, fa luce sulla vicenda riconoscendo ufficialmente la versione di Bonatti relativamente alla vicenda del K2. Bonatti dopo la spedizione al K2 predilige le imprese solitarie che hanno fatto di lui un mito. Infatti nel 1955 scala in solitaria in sei giorni per le condizioni avverse del tempo il pilastro centrale del Petit Dru. Infinite sono le imprese che hanno fatto la storia di Bonatti come la spedizione al Cerro Torre e la tragedia occorsa sul pilone centrale del Monte Bianco. Restano come ultime imprese alpinistiche da ricordare le Grandes Jorasses che scala con Cosimo Zappelli l’impressionante parete nord in invernale, percorrendo la Punta Whymper. Nel 1965 chiude la propria carriera alpinistica con un’altra impresa straordinaria, aprendo una via nuova in solitaria invernale sulla mitica parete nord del Cervino, sommando così in un’unica scalata almeno tre diversi exploit. Dopo l’impresa del Cervino, che gli vale la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica, a soli 35 anni, Bonatti si ritira dall’alpinismo estremo. Successivamente compirà una serie inimmaginabile di esplorazioni in tutto il mondo portate dal settimanale “Epoca “ a un’infinità di lettori. Solo ultimamente Bonatti rilascerà per la televisione racconti fantastici del suo passato da alpinista ed esploratore. Viene a mancare nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2011 e lascia un grande vuoto in tutto il mondo alpinistico. Restano i suoi molti libri a eterno ricordo della sua grande figura di uomo e alpinista.
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