31 Dicembre 2011
Addio 2011, Benvenuto 2012!
Quello che sta per finire rischia di essere ricordato come il più buio degli ultimi decenni Il tema di cui si è trattato maggiormente è senza dubbio quello economico: il crollo della situazione internazionale è avvenuto proprio nell’anno in cui si pensava (o meglio si sperava) potesse essere quello destinato a mettere la parola fine sulla terribile crisi che, partendo dall’Europa, ha assunto contorni internazionali. È stato l’anno delle rivolte, le più feroci e seguite dai media senza dubbio sono state quelle di Libia ed Egitto, ma non possono essere dimenticate quelle in Tunisia, Yemen e Algeria. È stato un anno tragico soprattutto dal punto di vista ambientale, un’incredibile serie di catastrofi naturali si è abbattuta sul pianeta. L’evento peggiore in assoluto è stato quello dell’11 marzo, quando il Giappone orientale è stato scosso da un violentissimo terremoto, con conseguente tsunami, che oltre ai danni del terremoto in se, ha gravemente danneggiato la centrale nucleare di Fukushima, portando possibili pericoli per la popolazione a causa della radiazioni. Prima di questo, il 22 febbraio, ad essere devastata è stata una parte della Nuova Zelanda. La terra ha tremato anche nelle nostre zone, il 25 luglio. Si è trattato di una scossa minima, durata pochi secondi, che non ha portato danni a cose e persone, ma comunque un fatto insolito per i pinerolesi. Il 2011 sarà ricordato anche per i numerosi movimenti politico-sociali che sono nati, da “se non ora quando” agli “indignati”, passando per i “no tav” e i “draghi ribelli”. Tutti movimenti con idee rispettabili, le cui manifestazioni sono però state spesso ricordate per gli episodi di violenza causati dei cosiddetti “black block”. Ma, per la maggior parte, le manifestazioni (avvenute anche nelle nostre zone) sono state pacifiche, come questa.
Un “annus horribilis” come definito da qualcuno? Forse, sotto certi aspetti sicuramente. La sfida che attende il paese nel nuovo anno è ripartire da ciò che di buono è stato fatto e affrontarlo a testa alta. Contro le catastrofi ambientali non si può fare nulla, se non rispettare maggiormente l’ambiente stesso. Contro la crisi, la gente comune, quella che la sta pagando maggiormente, può fare ben poco. Tocca a chi ha il potere riportare la situazione generale ad un livello accettabile. La speranza è che il 2012 porti una ventata di aria fresca e, perché no, sia veramente la volta buona per mettere la parola “fine” a questa situazione precaria a cui ormai, purtroppo, ci stiamo abituando.
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *