26 Giugno 2019
Espianto di organi da feti: ecco la deriva della medicina

È di pochi giorni fa la notizia, pubblicata su LifeNews.com (leggi qui), dell’utilizzo di feti abortiti in epoca tardiva (18-22 settimane di gravidanza) ai quali sarebbero stati asportati alcuni organi (in particolar modo il fegato) da utilizzare per i trapianti sperimentali di cellule staminali.
La notizia dovrà essere necessariamente approfondita, ma conferma una volta di più una deriva medica ormai molto diffusa che, contrariamente a quanto il buon senso suggerirebbe, vede nella vita umana non più una realtà da proteggere e tutelare (specie nelle situazioni più fragili), quanto piuttosto un bene totalmente disponibile nelle mani di tecnici senza scrupoli.
L’esempio citato è l’ultimo di una serie ormai lunghissima di situazioni in cui la tecnica medica ha sostituito la riflessione scientifica sull’uomo, nella convinzione (mai sopita in alcuni “scienziati”) di poter dominare il fenomeno vita per piegarlo alle leggi del profitto. Il tutto mascherato positivamente con promesse di guarigione dalle più svariate malattie. E tra l’altro in un crescendo di situazioni in cui la realtà supera sempre abbondantemente la peggiore delle fantasie.
C’è però qualcosa che accomuna drammaticamente tutte queste situazioni: l’aver volutamente dimenticato il riconoscimento della dignità, dell’unicità e soprattutto dell’intangibilità di ogni vita umana, dal concepimento al suo termine naturale. Un principio cardine del vivere civile che purtroppo viene calpestato da decenni grazie all’indifferenza di tanti e ad un’abile manipolazione dei media.
Un silenzio assordante anche nella maggior parte del mondo cattolico, che non solo giudica poco rilevante la tematica, ma che spesso ostacola in maniera assurda ed inconcepibile proprio gli sforzi di coloro che cercano di difendere la vita a livello culturale, sociale, sanitario e politico.
Un mondo cattolico troppo spesso “politicamente corretto”, che sembra aver dimenticato anche gli insegnamenti del Magistero, espressi ancora recentemente in maniera chiara ed inequivocabile da Papa Francesco.
Un mondo cattolico che giustamente si impegna nell’accoglienza dei migranti e contro ogni loro sfruttamento, ma che non mette lo stesso impegno per denunciare le decine di migliaia di bambini concepiti che ogni anno non riescono a nascere in Italia.
Un mondo cattolico che giustamente lotta contro ogni forma di discriminazione, ma che rimane indifferente quando ad essere discriminati ed eliminati sono gli embrioni o i feti malati, giudicati “inadatti” per la moderna società dell’efficientismo.
Un mondo cattolico che pretende giustamente il rispetto di tutti, ma che non si sta accorgendo che a breve anche in Italia si cercherà di risolvere il problema dei malati terminali o degli anziani semplicemente sopprimendoli.
Ridare dignità, rispetto e soprattutto tutela ad ogni essere umano (specialmente nelle condizioni di maggior debolezza) dovrebbe diventare pertanto atteggiamento fondamentale e quotidiano di ogni uomo (e soprattutto di ogni cristiano): solo così potremo evitare l’affermarsi di una società in cui qualcuno deciderà chi ha diritto di vivere e chi no.
O capiamo o moriamo.
Dr. Mario Campanella
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