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Acqua nel Sahel  

#cronacheafricane. Monsignor Debernardi in visita a Kaya

#cronacheafricane. Monsignor Debernardi in visita a Kaya

Il vescovo emerito di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi ha visitato Kaya, città del Burkina Faso dove sta facendo costruire case per accogliere le persone in fuga dai terroristi.

 

Monsignor Debernardi con in testa un cappello Peul per ripararsi dal sole davanti a una delle casette costruite a Kaya

 

Nei giorni scorsi, Pier Giorgio Debernardi, vescovo emerito di Pinerolo ora in missione in Burkina Faso, ha raggiunto Kaya per verificare la situazione in cui si trovano i profughi accolti nella città.

 

 

Il racconto di monsignor Debernardi

 

«Erano diversi mesi che per ragioni di sicurezza non mi recavo a Kaya – spiega monsignor Debernardi -; ho potuto farlo adottando molte cautele perché purtroppo in zona i bianchi sono associati ai francesi, che sono molto malvisti. Kaya è il rifugio dove accorrono quasi tutte le persone in fuga dai terroristi che controllano gran parte del nord del paese: vengono qui perché la città è protetta da delle guarnigioni militari. Il presidente Traoré ben conosce la situazione di Kaya, da dove alla fine del 2022 ha preso il via il colpo di stato che lo ha portato al potere».

 

La popolazione è quadruplicata in pochi mesi

«Sono stato accolto molto bene dall’Ocades (ndr la Caritas) di Kaya, che mi ha mostrato la situazione in cui vivono gli sfollati – prosegue nel suo racconto Debernardi -. Le collinette intorno alla città sono piene di tende ormai molto precarie, sotto le quali vivono queste persone in fuga. La popolazione della città è cresciuta in pochi mesi da centomila a oltre 400mila persone, le condizioni in cui vive questa gente sono davvero dure. Ho visitato una scuola elementare frequentata dai figli delle famiglie sfollate: ogni classe conta circa 75 bambini, in totale sono almeno 540; le aule – un telo legato a due alberi – non hanno banchi né lavagna, ci si siede e si scrive per terra».

 

Cinque case in costruzione

Per aiutare queste persone, monsignor Debernardi ha acquistato dei terreni su cui costruire delle abitazioni: «Cinque case sono in fase di realizzazione, quasi finite. Sono composte da due o tre stanza, non sono lussuose, ma danno molta più protezione delle tende in cui vivono tante persone, tende oltretutto ormai lacere per via delle intemperie. Chi è fuggito desidererebbe tornare a casa, ma dove vivevano c’è solo distruzione e, nonostante gli auspici del governo, ci vorranno degli anni prima che possano rientrare nei loro paesi».

 

L’appello a donare per realizzare nuove case

«Nel nostro terreno si possono costruire altre diciotto case, il villaggio che sorgerà sarà chiamato “Villaggio Speranza”, l’invito che rivolgo alle persone che ci sono vicine dall’Italia è di aiutarci, donando quello che possono, per costruire nuove case». Il costo indicativo di una casa è di quattromila euro. Le case poi resteranno di proprietà delle famiglie. Per il villaggio saranno necessari almeno due pozzi per far fronte alle necessità del nuovo villaggio. 

Eventuali offerte possono essere versate a Acqua nel Sahel Onlus sull’IBAN:
  • IT65 S030 6930 1301 0000 0012 070

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