Nel Sahel l’acqua è un bene prezioso, quella dei pozzi come quella che cade dal cielo (in pochi mesi) e che va conservata.

«A Gorom Gorom – racconta monsignor Pier Giorgio Debernardi – siamo nella stagione delle piogge. Queste donne scavano un grande buco nella terra per raccogliere l’acqua che serve per tutte le necessità, dalla pulizia all’alimentazione. È acqua piovana mista a terra».

«Questa è la situazione di tanti déplacés, che non hanno né abitazione né acqua pulita», aggiunge Debernardi che poi conclude: «Bisogna che il mondo ricco si confronti con queste situazioni di estrema povertà».