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Approfondimenti  

Il Cile che parla italiano

Il Cile che parla italiano

Si erano conosciuti in Cile, quando Rinaldo Merlone svolgeva l’incarico di “agregado aducacional” ossia addetto del Miur presso Ambasciata d’Italia, dal 2016 al 2017. Ora, in Italia per una “summer school” a Brescia, Gianfranco Rosso, presidente della Società Italiana di istruzione, ha voluto far sosta a Pinerolo per incontrare il dirigente scolastico Prever.
Lo abbiano incontrato nel Monastero della Visitazione dove ha soggiornato prima di ripartire per Valparaiso.
Il suo nome rivela chiare origini italiane.
Mio padre è originario di Spotorno. Anche da parte di madre ho origini italiane, a Oppido Lucano, in provincia di Potenza. I miei genitori sono nati entrambi in Chile e si sono stabiliti a Valpariso che è il porto più importante del paese, dove si sono stabiliti molti italiani e liguri in particolare. Io ho fatto il dottorato in diritto romano all’università di Tor Vergata, a Roma, così ho trovato il punto intermedio tra le due regioni dei miei genitori!
In Cile la lingua e la cultura italiana è ancora viva e studiata?
Io sono il presidente della Società Italiana di istruzione, la corporazione che fa da sostegno alla scuola Italiana Arturo Dell’Oro. Questa società è stata costituita nel 1912 con lo scopo di sviluppare un progetto educativo per gli italiani immigrati, ma anche per trasmettere la cultura italiana agli altri cileni. Il progetto è nato grazie agli sforzi economici degli italiani che sono riusciti a mettere insieme i fondi necessari. La scuola è partita nel 1933; di lì in poi si è sviluppata ed è cresciuta.
Tutti gli anni, tra novembre e dicembre, i ragazzi fanno una gita scolastica in Italia per conoscere dal vivo i luoghi, i monumenti, l’arte, la gastronomia… insomma tutto ciò che studiano in classe. Il costo del viaggio è coperto dalla scuola, i genitori contribuiscono per il vitto e l’alloggio in Italia.

Come è strutturata la scuola Arturo Dell’Oro?
La società che presiedo è l’ente giuridico di riferimento e ha un consiglio di amministrazione che gestisce le due sedi della scuola. C’è quella storica di Valparaiso e poi nel 2003 è stata aperta una sede a Viña del Mar. Per entrambe le sedi abbiamo ottenuto la parità scolastica. Questo significa che i nostri allievi studiano sotto il sistema di istruzione italiano. I ragazzi fanno l’esame di stato al termine della terza media e l’esame di maturità quando finiscono il liceo. Escono con un doppio diploma, cileno e italiano, che consente loro di proseguire gli studi anche in Italia o in Europa. Abbiamo iniziato con il liceo di scienze applicate, ma da tre anni a questa parte abbiamo anche il liceo economico sociale.

Certo non è facile essere inseriti nel sistema scolastico cileno dovendo anche adempire agli obblighi della scuola italiana. Dal punto di vista economico, essendo poi una scuola privata non riceviamo alcun contributo dallo stato. Sono le famiglie a farsi carico dei costi.

Come sono articolati i programmi?
I corsi sono tenuti prevalentemente in Italiano. Si studia storia, storia dell’arte… Matematica si fa in italiano come pure diritto. Gli allievi devono superare anche gli esami in italiano. Per quanto riguarda le scuole superiori si deve tener presente che il liceo che in Italia dura 5 anni qui dura 4, quindi abbiamo dovuto concentrare i programmi.
In Cile per entrare all’università si deve fare un test nazionale che si chiama PSU (Prueba de Selección Universitaria) che assegna un punteggio. Recentemente abbiamo fatto degli accordi con alcune università cilene che riconoscono il sistema paritario attraverso il quale gli studenti possono accedere direttamente alle facoltà. Questi accordi sono importanti perché si riconosce il livello di formazione che il sistema paritario consegna gli studenti. Le nostre scuole hanno una formazione di altissimo livello rispetto alla media della scuola pubblica, perché i nostri studenti acquisiscono una cultura che gli altri studenti cileni non hanno. Come insegnante universitario posso constatare come molti studenti cileni mancano delle conoscenze basilari della storia universale. Io insegno diritto romano e vedo che quasi nessuno conosce la storia romana. Questi, invece, per noi son contenuti nei normali percorsi didattici.
I genitori riconoscono la validità della nostra scuola a livello culturale. Ma abbiamo anche una particolare attenzione alla persona. Per noi i rapporti personali sono importanti. Quelli della la famiglia e la solidarietà sono valori che tentiamo di trasmettere. Il nostro obiettivo è quello di fare una formazione integrale e non solo nozionistica. A noi interessa prepararli per la vita.

Quanti sono gli studenti?
Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto un significativo aumento di studenti. Nelle nostre due scuole, che vanno dalla materna alle superiori, arriviamo i 900 alunni. 380 circa a Viña del Mar e gli altri a Valparaiso. Le famiglie hanno cominciato a conoscere di più il nostro sistema paritario ed è stato accolto dalla comunità. Questo è anche un problema perché dobbiamo fare una selezione degli studenti e non potremo accontentare tutti.

Quale è il rapporto con le scuole pinerolesi
Quest’anno un gruppo di nostri studenti è stato a Pinerolo all’Alberghiero e al liceo Porporato, ma cerchiamo di mantenere contatti con altre scuole italiane. Si viene a Pinerolo ogni tanto. Il 24 luglio partirà da Pinerolo un gruppo di studenti dell’Alberghiero e del Porporato che resteranno in Cile fino al 5 agosto, accompagnati da due insegnanti del Porporato.

Parliamo della chiesa cilena che è stata travolta dallo scandalo dei sacerdoti pedofili. Nel giugno scorso Papa Francesco ha accettato la rinuncia alla guida pastorale delle proprie diocesi di tre presuli. Tra di essi c’è anche il vescovo di Osorno Juan de la Cruz Barros Madrid, accusato di aver coperto le malefatte di don Fernando Karadima. Come vede lei la situazione attuale della chiesa cattolica cilena?
Questo non è soltanto un problema del Cile. In molti altri paesi è successa la stessa cosa. Forse ci sono stati dei vescovi che nascondendo queste cose pensavano di fare il bene della chiesa, invece questo atteggiamento si è rivelato un errore.
Credo anche che si debbano fare distinzioni. Ci sono gli abusi verso i minori che sono anche puniti penalmente, e poi ci sono stati casi di sacerdoti che avevano rapporti omosessuali con adulti. Questo non è punito, ma certamente non è un atteggiamento degno di un sacerdote, non rispecchia i valori che dovrebbe predicare e testimoniare. Alla radice forse ci può essere un problema di selezione e di formazione dei seminaristi.
Certamente dopo che sono venuti alla luce questi fatti si è verificato un distacco dalla chiesa cattolica da parte della gente, almeno dalla chiesa diocesana, perché alcuni congregazioni religiose, come i gesuiti e l’Opus Dei, che non hanno avuto questi problemi, restano dei punti di riferimento.
Grazie al lavoro che sta facendo Papa Francesco, mentre si risolvono questi problemi all’interno della chiesa diocesana, mi pare che in Cile reggano ancora queste congregazioni. L’università dove io lavoro, per esempio, è una realtà che ha degli accordi con l’Opus Dei per la formazione spirituale dei suoi allievi. Loro tengono anche dei corsi di teologia e sono molto stimati.
Credo che grazie a queste congregazioni, e con la nomina di nuovi vescovi, sarà possibile nel tempo recuperare la credibilità della chiesa cattolica e delle diocesi.

P.R.

Gianfranco Rosso, presidente della Società Italiana di istruzione in Chile

 

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