14 Dicembre 2020
#cronacheafricane. Il Natale in Burkina, una festa di tutti

Associare il Natale alla neve è un pregiudizio europeo, infatti anche nel Sahel dove nessuno conosce la neve, la nascita di Gesù viene festeggiata eccome. «In Burkina – racconta monsignor Pier Giorgio Debernardi – già si manifestano i segni di festa del Natale. È gioia condivisa anche dalle espressioni delle religioni tradizionali locali e, in particolare, dai fedeli musulmani che riconoscono Gesù Come grande profeta nato da Maria donna purissima».
Tra i segni del Natale non manca neanche il presepio. «Sono stati i missionari all’inizio del XX secolo a introdurre questa tradizione nelle famiglie cattoliche. In queste settimane davanti alle case abitate dai cattolici c’è il presepio, che alla sera è illuminato da una candela. Poi anche all’interno della casa si allestisce il presepio». A prepararlo «sono i bambini e i ragazzi che diventano dei bravi artisti facendosi aiutare anche dai loro amici non cattolici. Cosi il Natale diventa festa di tutti. In tanti angoli della città sono in vendita le grotte di varie dimensioni che vengono poste fuori delle case. Il Natale è davvero una festa condivisa. Anche se devo sottolineare che in Burkina tutte le feste religiose sono condivise, sia quelle delle religioni tradizionali sia quelle musulmane. Questo è molto bello. Ci fa capire che tutti i credenti in Dio sono chiamati ad essere operatori di pace».
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