Skip to Main Content

Annunci  

L’abolizione dei voucher e lo spettro del lavoro nero

L’abolizione dei voucher e lo spettro del lavoro nero

«La storia dei voucher in Italia costituisce un’ulteriore conferma di come una misura di per sé valida possa degenerare nel corso del tempo. Noi siamo unici al mondo per questa “capacità”». Questo è stato il commento dell’economista Stefano Zamagni subito dopo il varo del decreto legge che ha cancellato i voucher. «L’esecutivo, sapendo che la Cgil avrebbe vinto la consultazione referendaria, ha giocato d’anticipo. Ma la cancellazione totale – osserva Zamagni – non è la soluzione ottimale. Sarebbe stato meglio tornare alla lettera e allo spirito della legge Biagi». Per l’economista i problemi – e i conseguenti abusi – sono dovuti alla progressiva estensione nell’uso dei voucher operata dal secondo governo Berlusconi e soprattutto dal governo Monti, «che nel 2012 consentì a qualunque tipo di attività lavorativa, indipendentemente dalla dimensione d’impresa, di utilizzarli».
«In certe circostanze e in definiti comparti – riconosce Zamagni – l’uso del voucher rappresenta un modo per assecondare le esigenze sia di chi produce, sia di chi lavora. Invece, avendo esagerato, oggi ci troviamo senza uno strumento che gli altri Paesi hanno per permettere queste minime quanto necessarie forme di flessibilità». L’auspicio è che nei prossimi mesi «la saggezza dei governanti elabori un’ulteriore norma» per evitare «di alimentare implicitamente il lavoro nero».

Ancora più drastico il giudizio di Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino: «In agricoltura vengono a perdere l’opportunità di lavorare soprattutto i giovani studenti, i pensionati e i cassa integrati, impiegati in attività stagionali. I voucher hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura, giovani studenti e a mantenere attivi molti pensionati, offrendo loro un’opportunità di integrazione al reddito e favorendo la trasparenza, a contrasto del lavoro illegale fortemente combattuto dalla nostra Organizzazione».
A livello nazionale, nell’ultimo anno in campo agricolo, sono stati venduti 2milioni di voucher, per un totale di 350 mila giornate di lavoro. In Piemonte il numero annuo si attesta sui 200mila voucher, utilizzati soprattutto nelle province di Cuneo, Alessandria, Asti e Torino. Fabrizio Galliati prosegue: «Dal fine settimana, di fatto, è impedito l’acquisto dei voucher da utilizzare nel periodo transitorio che viene vanificato. Si tratta di un vero colpo di mano perché oltre all’utilizzo occorre consentirne l’acquisto, in attesa venga individuato necessariamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura, come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea. Con l’arrivo della buona stagione e l’avvio dei lavori di preparazione dei terreni e raccolta di ortaggi frutta e vino si mettono a rischio le produzioni agricole e si perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il reddito per 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati, impiegati esclusivamente in attività stagionali che, in agricoltura, ne sono stati gli unici possibili beneficiari».
Fabrizio Galliati chiude così: «L’agricoltura è un’attività condizionata dagli andamenti climatici imprevedibili e ha bisogno di strumenti che tengano conto di queste caratteristiche. Con l’abolizione dei voucher si perde uno strumento che, nel tempo, ha consentito di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con la domanda di lavoro di giovani studenti e pensionati in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta».

voucher

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *