Il container di aiuti partito da Villar Perosa il 19 maggio 2023 ha avuto bisogno della protezione dell’esercito per arrivare a Ouagadougou. Il racconto di mons. Pier Giorgio Debernardi.

Le operazioni di carico del container a Villar Perosa

 

Le notizie dal Burkina Faso non sono rassicuranti: i terroristi controllano la strada tra Dori e Kaya, rendendo possibili i collegamenti solo per via aerea (elicottero). Ad essere minacciato dai jihadisti non è solo il nord: il container di aiuti partito da Villar Perosa ha avuto bisogno della protezione dell’esercito nel suo viaggio dal confine col Togo alla capitale Ouagadougou.

 

Impossibile andare a Kaya

«Giovedì scorso (ndr 15 giugno) – racconta Pier Giorgio Debernardi, vescovo emerito di Pinerolo, ora in missione in Burkina – dovevo andare a Kaya, ma non ho trovato nessuno disponibile a portarmi. Ho cercato un taxi, ma anche qui solo dei no a motivo della strada troppo pericolosa».

 

A Dori solo in elicottero

«Da Kaya a Dori – spiega il vescovo emerito – è impossibile viaggiare perché i terroristi hanno distrutto parecchi ponti. Anche i convogli militari sono fermi a Kaya. C’è un piano di difesa della strada, ma è irrealizzabile per la ferocia dei terroristi. Il piano consiste nel mettere un presidio militare ogni 25 chilometri, ma tutto questo è impedito dai terroristi. C’è solo un elicottero che fa servizio tra Ouagadougou e Dori due giorni alla settimana. I villaggi lungo l’asse Kaya – Dori sono i più minacciati, non manca giorno senza incendi e uccisioni: in questa settimana la più devastata è stata la cittadina di Pissila insieme ai sui villaggi».

 

Container scortato dall’esercito

«Non sono pericolose solo le strade che vanno a nord, ma anche quelle del sud. Il nostro container questa notte (ndr 18 giugno) giunge a Ouagadougou. Dopo aver passato la frontiera del Togo ed essere entrato in Burkina, ha dovuto per lunghi tratti di strada essere protetto dall’esercito».