Mons. Pier Giorgio Debernardi dal Burkina racconta la strategia terrorista e continua a lavorare per prestare aiuto agli sfollati radunati a Kaya.
In quattro giorni i terroristi islamici che operano nel nord del Burkina Faso hanno teso due diverse imboscate all’esercito, provocando la morte di 71 militari.
Colpire l’esercito perché abbandoni le regioni del Nord
«La strategia dei terroristi – spiega mons. Pier Giorgio Debernardi – sembra sia quella di colpire l’esercito per farlo sentire debole e spingerlo ad abbandonare le aree del Sahel, dove grazie alla fiducia e alla vicinanza mostrata dal nuovo presidente l’esercito è tornato ad essere presente. Obiettivo dei terroristi è di tornare padroni del territorio, ma questo causerebbe un ulteriore spopolamento dei villaggi». Nonostante il sostegno popolare che circonda il presidente Traorè, sottolinea Debernardi: «Senza la collaborazione da parte delle altre nazioni, come Niger e Mali, il Burkina da solo non potrà sconfiggere il terrorismo».
Un terreno per nuove case per i profughi
Dal Burkina però non arrivano solo brutte notizie. «Grazie a un’offerta ricevuta – sottolinea il vescovo emerito Debernardi -, acquisteremo un nuovo terreno dove potranno essere edificate dodici nuove case per gli sfollati raccolti alla periferia di Kaya». I profughi radunati nella zona di Kaya sono diverse centinaia di migliaia.
Come aiutare mons. Debernardi
Chi volesse sostenere le iniziative di mons. Debernardi, potrà farlo versando offerte sul conto dell’associazione Acqua nel Sahel Onlus: